Intervista A Martina Mesaroli |
Innanzitutto, ringrazio Martina Mesaroli per avermi dedicato il suo tempo sono davvero felice di poterla intervistare, e capire qualcosa in più sulla nostra autrice. ♥ Allora iniziamo!!!
intervista
1. Da dove ha origine la tua passione per i romanzi?
Dall’amore che ho sempre provato per la scrittura e la fervida immaginazione che ho sempre avuto, fin da bambina. Amo perdermi in quei mondi fantastici descritti nei libri, è sempre stato un modo per evadere dalla realtà e dalla routine quotidiana. Sono sempre stata molto timida e riservata, preferendo i libri e gli ambienti tranquilli dove starmene per conto mio a scrivere, piuttosto che le serate in compagnia di amici in locali affollati e rumorosi.
2. Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita?
Si, LA SPADA DI SHANNARA di Terry Brooks, il libro che mi ha fatto innamorare del fantasy. Lo presi in biblioteca e ricordo ancora oggi, che dopo averlo letto, lo restituii a fatica. Qualche anno più tardi, lo acquistai a un mercatino del libro, nel paese dove abitavo allora, e con il tempo acquistai e lessi anche gli altri della saga, che conservo ancora gelosamente nella mia libreria, assieme al PRIMO RE DI SHANNARA, il libro prequel, graditissimo regalo di compleanno (non mi chiedere di quale che non ricordo) di mia sorella.
3. C’è uno scrittore/scrittrice che consideri il tuo mentore?
Mi piacerebbe risponderti con qualche nome altisonante tipo Stephen King, scrittore che tra l’altro adoro, ma credo che il titolo lo meriti il mio talent scout Stefano Milighetti, che oltre ad essere un bravissimo scrittore ed editor, è stato il primo a credere in me e nelle potenzialità del mio libro.
4. Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
In riva a uno specchio d’acqua, che sia lago, fiume, oceano o mare, poco importa. L’acqua è il mio elemento, mi rilassa e mi ispira. Per me il tempo ideale per scrivere è quando piove, nella mia camera, ascoltando lo scroscio o il ticchettio della pioggia che batte sui vetri. Certo è che quando arriva l’ispirazione, poco importa il luogo dove mi trovo in quel momento, inizio a scrivere e basta. Ho fogli di carta e penne disseminati in ogni angolo della casa, anche quando esco ho il mio fido Block notes corredato di penna o matita.
5. Stili una scaletta prima di scrivere o vai dove ti porta il cuore?
La stilo sempre prima di iniziare e durante la stesura, ma poi, finisco inevitabilmente per seguire il cuore, anche se la storia ce l’ho ben impressa in testa. Alla fine, ciò che muta in continuazione sono i risvolti delle avventure che faccio vivere ai miei personaggi, non la storia in sé e il finale.
6. C’è stato un momento nella tua vita in cui hai deciso da oggi scrivo? O ti sei avvicinato alla scrittura piano piano?
In realtà ho sempre amato scrivere e raccontare, per me è sempre stato il modo migliore per esprimermi. Ho iniziato scrivendo un testo teatrale (che fortunatamente è andato perduto) dopo gli esami di terza media, per poi passare alle poesie monotematiche degli anni del mio primo amore (rigorosamente a senso unico.) Nel 1998 scrissi il mio primo “romanzo” breve, se tale si può definire, una sorta di sfogo sentimentale stile fantasy, grazie anche all’aiuto della mia migliore amica che si occupò della stampa cartacea in unica copia (che conservo gelosamente). Qualche anno dopo, per esorcizzare la paura di un intervento al quale avrei dovuto sottopormi, scrissi il mio secondo scritto degno di nota: un racconto lungo anche questo decisamente troppo, troppo personale. Poi qualche anno fa ho deciso di scrivere in maniera ben più distaccata, raccontando una storia (due per la verità) della quale sarei stata solo la voce narrante, anche se inevitabilmente ogni scrittore tende a mettere un po’ di sè in ciò che scrive.
7. Parlaci della donna dietro ai libri. Chi sei nella vita quotidiana?
Sono tante cose: moglie, mamma, casalinga, sognatrice, appassionata di motori, seguo da anni la moto GP (46 nell’anima), amo il teatro, il nuoto e la buona musica. Sono puntigliosa in ciò che faccio, sono testarda come la maggior parte dei miei personaggi, ma anche dolce e premurosa nei confronti di chi amo, per certi versi intransigente e quando voglio una grandissima rompi scatole! (Chiedere per credere ;))
8. Hai pubblicato il romanzo, “Il Lupo e il Drago”, (che ho presentato qui e che vi consiglio). Ci sono recensioni positive online. Pensi che qualcosa di questo libro non sia arrivato ai lettori?
Le leggere sfumature che si possono cogliere solamente se mi si conosce personalmente da molto tempo, i cammei dedicati ai miei nonni materni per fare un esempio. Per il resto credo, o almeno spero, che sia stato recepito tutto, soprattutto perché, nel titolo, io abbia deciso di mantenere maiuscole le lettere L e D. Il Lupo e il Drago è ricco di significati nascosti, dove niente e sottolineo niente è lasciato al caso, anche i nomi dei protagonisti maschili, le cui iniziali sono proprio le stesse, scelta dettata dal fatto di creare un legame ancor più forte tra le due storie (apparentemente parallele ma intrecciate tra di loro) narrate nel libro.
9. Per i personaggi ti sei ispirata a persone che ‘esistono’ davvero? Quanto c’è di te in loro?
Contrariamente a quanto si possa pensare, fatta eccezione per un paio di personaggi marginali, no, perché volevo che chiunque potesse immedesimarsi in loro. Non mi sono mai piaciuti i personaggi troppo perfetti, gli stereotipati che si trovano ovunque ormai. In ognuno di loro c’è qualcosa di mio, come logico che sia essendo le mie creature. Inevitabilmente in ogni personaggio, nel bene e nel male, c’è una parte di chi l’ha creato, che sia per fisicità, feeling, valori, pensieri, carattere, idee …
10. Perché il genere fantasy? Cosa ti lega a questo mondo?
Il fantasy è un genere estremamente vasto, che dà la possibilità di spaziare praticamente ovunque la fantasia ti porti, forse non è il più semplice da scrivere, ma per una timida introversa come me, decisamente il più appagante. Amo perdermi in ciò che scrivo, viaggiare con la fantasia, creare realtà diverse da quelle che conosco, nonostante ne Il Lupo e il Drago, le ambientazioni sono tutte reali.
11. Come ti è nata l’idea di questo romanzo?
Dalle mie più grandi passioni: la scrittura fantasy e il teatro. Volevo scrivere qualcosa che le rappresentasse entrambe, senza scadere nell’ovvio e così, grazie anche a un sogno ricorrente che mi ha “torturato” per anni a intervalli più o meno regolari, ho iniziato a scrivere. E’ stata una bella sfida per me, perché avendo sempre scritto storie singole e trovarmi a gestirne due contemporaneamente, senza generare caos nel lettore, non è stato semplice, specialmente in prima stesura.
12. Raccontaci l’emozione di vedere il proprio libro pubblicato.
È stata un’emozione grandissima. Per quasi un anno dalla fine della prima stesura, il mio libro è rimasto relegato in un cassetto, poi un giorno della scorsa estate, tramite un post su facebook, ho conosciuto l’agenzia di consulenza letteraria di Stefano, “Il Gatto Nero” al quale ho affidato il manoscritto per una valutazione gratuita. A settembre abbiamo cominciato con l’editing, esperienza bellissima e gratificante che mi ha fatto crescere molto, a dicembre l’invio alle case editrici, a fine gennaio il contratto con la Zerounoundici e il 31 marzo la pubblicazione. Quando il giorno della pubblicazione mi sono arrivate le mie copie, le ho viste “dal vivo” e “toccate”, mi tremavano le mani.
13. Consigliaci un libro non tuo.
Solo uno? Scelta ardua, perché da quando ho pubblicato, ho conosciuto tantissimi talentuosi scrittori emergenti e apprezzato le loro opere. Delitti sul Po, una raccolta di racconti polizieschi che ha come protagonista il commissario Molinaro (personaggio che adoro) di Danio Ernesto Mariani e Streambros Investigation l’armonia dell’imperfetto di Alastor Maverick e L.A Mely, romanzo ambientato nella Londra vittoriana dominata dalla meraviglia dei motori a vapore, sono quelli che, finora, mi hanno colpita di più e che consiglio.
14. Qual è il tuo prossimo passo?
Continuare a scrivere e far conoscere le mie storie, i miei personaggi, magari sondando altri generi. Qualche tempo fa, in occasione della festa della donna, partecipai a un contest, poco più di un paio di cartelle, il tema era proprio quello della donna a 360°, il genere libero. Mentre tutti gli altri autori scelsero il romance più o meno melenso, io optai per l’horror e ne venne fuori un pezzo che sconvolse e fece storcere più di qualche naso, ma che al contempo venne definito geniale dagli amanti del genere. Ho appena terminato la prima stesura di un romanzo breve che dopo l’estate verrà sottoposto a editing e entro la fine di quest’anno o al massimo i primi mesi di quello che verrà, dovrei terminare la prima stesura di un fantasy dalle lievi venature dark.
15. Ora voglio farti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma che vorresti ti venisse fatta. Qual è? E qual è la risposta?
Perché proprio un lupo e un drago? Ti sembrerà una domanda banale, ma non me l’ha ancora fatta nessuno. Il lupo e il drago, sono, a mio avviso, due creature straordinarie e contrapposte (reale e fantastico) anche se etichettati come i cattivi delle favole. Sfatiamo qualche mito su di loro.
Il lupo è una creatura con un alto senso di lealtà e di forza, che vive in branco, attenendosi a delle regole ben precise. Un altro malinteso è il "lupo solitario"(anche se non è raro che qualche giovane maschio venga allontanato per aver sfidato il capobranco Alpha.) Il lupo è in realtà una creatura sociale, amichevole e socievole con i compagni della sua stessa specie ed è un comunicatore incredibile. Utilizzando il tatto, i movimenti del corpo, il contatto visivo così come molte espressioni vocali complesse, il lupo trova il punto di intesa con gli altri.
Il Drago non è dio né il diavolo bensì, secondo la mitologia celtica, (mitologia e simbologia più volte ripresa nel libro) rappresenta le forze sotterranee e i poteri della terra e delle acque profonde, nascoste e rigeneratrici di vita. Le ali sono il simbolo del suo dominio sull'aria e sulle forze psichiche e esoteriche che vengono dalla sfera spirituale. I draghi della tradizione celtica rappresentano i guardiani delle nostre potenzialità, e di quello che abbiamo “ereditato” da lontano. Questi ci permettono di avere una chiave in più per conoscere noi stessi. Sono lo specchio del nostro Cosmo interiore e rappresentano i “guardiani dei Templi”.
Ringrazio ancora una volta l’autrice. Augurandole tutto il successo che questo romanzo merita. A presto come sempre.
Eleonora ♥
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