Intervista A Marco Vozzolo |
Oggi ho il grandissimo piacere di chiacchierare un po’ con Marco Vozzolo 😊 sì, proprio lui! L’autore dei romanzi storici romanzo storico di grande successo 'La corona del re longobardo' (2016) e 'Il valore delle piccole cose' (2017), editi dalla casa editrice Leone Editore. Conosciamo un po’ meglio l’autore 😊
l'autore
Marco Vozzolo, è nato a Minturno (LT) nel 1972. Sposato, con una figlia, vive a Pistoia. Grande amante della storia e del paesaggio toscano, ha coltivato le sue passioni cimentandosi come scrittore e sommelier. Con Leone Editore ha pubblicato il romanzo storico di grande successo La corona del re longobardo(2016) e Il valore delle piccole cose (2017).
l'intervista
1. Parlaci di te: chi è Marco come persona e come autore?
Ciao Eleonora, sono io che ringrazio te.
Iniziamo da Marco. Che risponde alle Tue domande ascoltando “ Why'd You Only Call Me When You're High?” degli Arctic Monkeys, ma la versione dei Ros che mi piace di più.
Lui che cerca di non farsi sopraffare dagli ultimi incredibili eventi che lo fanno tuttora piegare alla capacità che la vita ha di sorprendere. Non è stato facile gestire certe emozioni improvvise e prepotenti.
Per rendere l’idea, ha dovuto gestire “frame” di vita che dal passato si sono ripresentati nello stesso identico modo, come se quei pezzi di vita fossero rimasti in attesa per poi farsi rivivere perfino con la colonna sonora fatta della canzone che ha causato gli stessi entusiasmi che furono.
Ma non è mica finita, perché si è ritrovato a ridere tanto e ben oltre la luce che uno spera di raggiungere. Ed è stato bellissimooooooo.
Marco cambia pannolini e si ferma a osservare un body brillante che volteggia da uno staggio e l’altro.
Cucina, stira, fa il sommelier ma neppure poi così sul serio e adora la storia.
Ma c’è un punto in cui Marco e lo Scrittore si incontrano. E’ di fronte al cassetto dei sogni.
E così si ritrovano a girare mezza Italia per la promozione di un Libro che aveva iniziato a regalare soddisfazioni fin dalla sua prima parola scritta, ha conosciuto moltissime persone ed ha parlato con loro, ha percorso lunghi km di riflessioni, si è chiuso nel giubbotto per proteggersi dal freddo mentre cercava di capire quale direzione seguire per poi vedere albe diverse da finestre di hotel diversi.
Ma la cosa importante di Marco è che riesce a ritagliarsi dei momenti, pezzi di sé, solo suoi. Per vivere nel limbo che gli permette di vedere le cose senza poterle però toccare, così poi si è più consapevoli di cosa si desidera davvero scrivere. E la sensazione che si prova sarebbe paragonabile ad un “addio” seguito tuttavia da un “ritrovamento”. Il dolore ma poi anche la gioia.
Lo so che potrebbe sembrare un tantino complicato come personaggio, ma lui vive così. E ci sta un gran bene.
Lo scrittore, e solo lui, parte proprio da quel punto. È da lì che sbircia sempre un tratto più in là. Lo raggiunge e poi va ancora avanti…
Entrambi poi condividono la stessa passione per la navigazione e a tenerceli fermi all’ancora due così…
2. Cosa vuol dire per te scrivere?
La cosa che più mi attrae nella vita è la creatività. E’ l’origine di tutto.
Il creativo non può farci nulla, non c’è vaccino per la sua patologia, lui deve creare. L’astinenza sarebbe davvero dura da sopportare.
E allora (visto che ci scappa proprio) si creano storie, ambientazioni, e la parte più bella ossia i personaggi. Ideare i loro caratteri e le conseguenze che devono produrre una volta percepiti dal lettore, non è cosa banale. Ma da una certa soddisfazione...
Poi, una volta dentro fino al collo nella storia che tu stesso hai creato, allora l’avventura è iniziata e te la godi pure tu. E ti ritrovi magari nel bel mezzo di un assedio medievale con la paura che, mentre scrivi, una freccia ti si infili nella tastiera.
Ecco, scrivere è proprio questo: l’azzardo di spingersi dentro una storia che non conosci neppure tu ma che poi condividi con i lettori.
3. Da dove ha origine la tua passione per i romanzi?
Dalla vita. Non sto scherzando.
Se ci si pensa bene ogni esistenza è un romanzo, lasciamo perdere se appassionante o meno. Lo è. E un bravo scrittore sceglie quella più avvincente o utile al proprio scopo e la rende inchiostro.
Se abbiamo chiaro questo concetto, allora posso spiegarVi da dove nasce la mia passione per i romanzi. Infatti leggendo (romanzi appunto), non potevo fare a meno di paragonare i personaggi alle storie reali. E magari incasellavo nuove trame in quelle che stavo leggendo con finali a mia scelta. Nasce tutto da li.
E ci tengo a dire che io sono un divoratore di romanzi.
4. Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita?
Diversi a dir la verità. Ma I Pilastri della Terra di Ken Follet e Il Dio del Fiume di Wilbur Smith hanno avuto un peso diverso rispetto agli altri.
Poi c’è Robyn Young e Peter Mayle che gravitano nella rosa dei migliori secondo me.
5. C’è uno scrittore/scrittrice che consideri il tuo mentore?
Non ho un vero e proprio mentore. Ma se ne dovessi scegliere almeno uno allora non avrei alcun dubbio su Ken Follet. E’ uno che sa stare al passo con i tempi e spazia nei generi con disinvoltura. Lui non ti fa leggere i suoi libri… ti ci spinge dentro.
6. Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
Per forza di cose riesco a scrivere solo in posti predefiniti. E sono tre. Quando mi trovo a Pistoia scelgo la cantina, vicino alle botti dove riposa per anni il vinsanto. Mi trasmettono pace e io ricambio con capitoli interi.
Quando mi trovo a Castelforte scelgo il camino. La mia SPA. E la fiamma spesso brucia anche le vicende che scrivo.
Mentre, quando mi trovo sulla costa, dalle parti di Bolgheri, ho una postazione “tattica” da cui la sera si sente il mare. Metto vicino a me uno squalo martello di gomma, chissà poi perché. Nelle serate in cui c’è mareggiata potrei andare avanti anche tutta la notte. Anzi, è capitato che uscissi ala ricerca di un cornetto appena sfornato per poi tornare a scrivere.
Tuttavia è capitato che io ricercassi location adatte alla ricerca di idee. Allora ho raggiunto i luoghi adatti allo scopo e, se necessario, finanche oltreconfine. Ne faccio alcuni esempi: Carcassonne, Les Baux de Provence, Aigues Mortes, ma anche in castelli medievali nostrani oppure paesini lungo la Linea Gustav, ecc…
7. Come nasce l’idea del tuo libro?
A leggere questa domanda sono rimasto un bel po’ di fronte al pc portatile fissando il cursore lampeggiare sempre nello stesso punto.
Mi credi se ti dicessi che è nata in “itinere”?
Dagli alti e bassi della vita. Ma, in questo caso, particolarmente dal basso più profondo. Ma io sono uno che dalle macerie sa fare solo una cosa: ricostruire. E allora dovevo riempire le pagine di una storia che nasceva dalla morte ma dava la vita. Straziava eppure riusciva a far sorridere. Distruggeva pur essendo capace di assembrare.
E, immerso in questi ragionamenti mi ero accorto di trovarmi a Castelforte, il paese che durante la Seconda Guerra Mondiale era stato distrutto per la sua quasi interezza…
Dunque ho iniziato a raccogliere gli elementi necessari. Da quel punto in poi era solo questione di penna…
8. In quale periodo storico ti piacerebbe vivere?
Non mi dispiacerebbe fare il Centurione in una legione…
Ma anche il Medioevo mi intriga.
9. Hai già in mente quale sarà la prossima storia che scriverai?
Eccome!
Stesso epilogo di quelle precedenti. Fingerò di abbracciare il lettore fino al baratro e poi lo spingo di sotto. Quando si ritroverà da solo a nuotare tra le righe non gli rimarrà altro da fare che raggiungere la sponda.
10. Quanto tempo impieghi per scrivere un libro, hai qualche musa ispiratrice?
Anni. Per realizzare La Corona del Re Longobardo ce ne ho impiegati ben quattro. Volevo un prodotto che piacesse molto al target di riferimento.
Il Valore delle Piccole Cose è stato un processo lungo ma molto più sofferto. Era la storia ad avere un potenziale dirompente a livello emozionale.
E si, potrebbe essere che io abbia una musa. E se esiste, ha gli occhi quasi grigi. E un armadio pieno di femminilità che se lo apri rischi di ritrovarti a Narnia… ;)
11. Che sensazioni ha provato nello scrivere “Il Valore Delle Piccole Cose”?
Devastanti. Quella storia ha segnato perfino me che dovevo avere il distacco cinico per riuscire a scriverla. Ma è stato davvero difficile.
I personaggi prendevano spunto dalle vicende vissute dalle persone vere in quel periodo storico (La Seconda Guerra Mondiale) ma anche dalle incredibilità della vita moderna.
12. Pensi che qualcosa di questo libro non sia arrivato ai lettori?
No, no e ancora no. Me lo scrivono, me lo dicono. Ne parlano ed è perfino incoraggiato dai Librai. Perché il messaggio celato tra le sue pagine magari trae origine dal dolore. Ma, partendo da lì, si arriva alla reazione e, passando dalla rivalsa, si giunge al bivio in cui ci si domanda: e se?
Poi non ci si può tirare più indietro, la vita ti è già cambiata.
E tutti i lettori lo stanno percependo.
13. Autocitati: la frase del libro che senti più tua.
“…Vide una nave alla rada del Golfo e si sentì un po’ come lei. Tra tante navi che solcano il mare seguendo rotte diverse, quella ne aveva una propria e così anche lui…”
14. Cos’hai provato quando, dopo aver pubblicato il romanzo?
Dovrei confessarti che facevo salti ribaltati quando entravo nelle librerie e lo vedevo in pila?
Secondo Te potrei mai svelarti che mi facevo i selfie che si vedesse bene “Il Valore delle Piccole Cose – Leone Editore” in vetrina?
Nooooooo, non lo farò mai, neppure sotto tortura.
15. Consigliaci un libro non tuo.
Un’Ottima Annata di Peter Mayle.
16. Quale sarebbe il tuo sogno da realizzare?
E vallo a capire con tutti quelli che ho nel cassetto…
Riesce anche difficile fare un censimento perché ci rufolo dentro, ne prendo uno a caso e faccio per realizzarlo.
Comunque, il mio sogno segreto-segreto, è concretizzare una produzione di vino (work in progress…).
17. Qual è il prossimo passo di Marco Vozzolo?
Aprire un Borgogna da favola e festeggiare “Il Valore delle Piccole Cose”.
Poi un brevissimo viaggio in Provenza per sentire i suoi profumi.
E Ripartire…
18. In genere concludo le mie interviste facendo sempre la stessa domanda. E ovviamente la propongo anche a te: voglio farti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma che vorresti ti venisse fatta. Qual è? E qual è la risposta?
Sei felice?
Manca pochissimo per dire… si.
Voglio ringraziare con tutto il cuore l'autore per avermi dedicato il suo prezioso tempo. La casa editrice per avermi proposto questa intervista ed occasione. E infine ringrazio voi, lettori, che mi avete dedicato del tempo per leggere questa intervista. Vi abbraccio, a presto.
Eleonora ❤
Che meravigliosa intervista, mi ha fatto piacere di aver conosciuto Marco tramite i suoi libri e son contento di aver letto un po' di se con questa intervista.
RispondiEliminaSono davvero felice che ti sia piaciuta Salvatore.. ho adorato questa intervista! Le sue risposte così approfondite.. 😍
EliminaGrazie.
EliminaE' stata un'intervista meravigliosa.
Marco Vozzolo
Grazie a te! È stato davvero meraviglioso conoscere l’uomo dietro ai libri.. 💕
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