Recensione Mi Vivi Dentro Di Alessandro Milan |
Onceuponiani miei come state?
Il romanzo che vado a recensire oggi parlerà di una storia d'amore che sicuramente vi lascerà un segno. Ringrazio di cuore Alessandro Milan per avermi permesso di leggere la sua storia con Wondy.
Mi Vivi Dentro. Alessandro E Wondy. La Storia Di Un Amore Infinito
Autore: Alessandro Milan
Editore: DeA Planeta
Genere: Narrativa
Pagine: 240
Data di uscita: 27 Febbraio 2018
Prezzo ebook: 8,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 13,73 € | Link acquisto Amazon
“Sei mesi fa non ci avrei scommesso un centesimo. Invece ce l’abbiamo fatta.
Siamo qui, siamo vivi, siamo una famiglia.”
Una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita. Un inno alla resilienza.
Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui sta cercando di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due scambiano per errore i loro cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi e da un dialogo quasi surreale nasce un invito al cinema, poi a una mostra, un aperitivo, una gita in montagna.
Francesca è bassina, impertinente, ha i capelli biondi arruffati e due occhioni blu che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. Con lei, giorno dopo giorno impara a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà. E così, insieme, con una forza di volontà che somiglia a un superpotere, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie, quella che non si può vincere. Ma anche dopo la morte sono tante le cose che restano: due figli, un gatto, un bonsai, tanti amici e, soprattutto, una straordinaria capacità di assorbire gli urti senza rompersi mai. Anzi, guardando sempre avanti, col sorriso sulle labbra.
Siamo qui, siamo vivi, siamo una famiglia.”
Una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita. Un inno alla resilienza.
Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui sta cercando di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due scambiano per errore i loro cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi e da un dialogo quasi surreale nasce un invito al cinema, poi a una mostra, un aperitivo, una gita in montagna.
Francesca è bassina, impertinente, ha i capelli biondi arruffati e due occhioni blu che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. Con lei, giorno dopo giorno impara a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà. E così, insieme, con una forza di volontà che somiglia a un superpotere, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie, quella che non si può vincere. Ma anche dopo la morte sono tante le cose che restano: due figli, un gatto, un bonsai, tanti amici e, soprattutto, una straordinaria capacità di assorbire gli urti senza rompersi mai. Anzi, guardando sempre avanti, col sorriso sulle labbra.
Non è una favola, quella di Alessandro e di Wondy. È però una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita; un inno alla resilienza, quella da esercitare quotidianamente. Perché le storie più belle non hanno il lieto fine: semplicemente non finiscono.
autore
Alessandro Milan (Sesto San Giovanni, 1970) lavora come giornalista da quasi venti anni a Radio24, dove conduce programmi di approfondimento. È presidente dell’associazione “Wondy Sono Io” wondysonoio.org, impegnata nella diffusione della cultura della resilienza.
recensione
Lei: Francesca, è una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman.
Lui: Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Lei.
Vi anticipo già che questa sarà una storia che inevitabilmente vi porterà a piangere. La storia di Francesca e Alessandro sarà una storia di vita vera. Ma più di tutto la storia di due anime che insieme si completano. Insieme hanno scoperto l’amore e come ogni amore che si rispetti, staranno insieme nel bene e nel male. In salute e soprattutto in malattia.
Mi vivi dentro è un inno all’amore. All’amore di una mamma per i suoi bambini, di un padre verso i propri figli, ma soprattutto tra un uomo e una donna. Che nonostante ogni ferita, e ogni dolore riusciranno a superare insieme. E lo faranno proprio fino alla fine.
Vi consiglio davvero di guardare l’intervista di Francesca alle Invasioni Barbariche, questo mi ha aiutato davvero tanto a capire che razza di donna meravigliosa sia stata. E quanto una donna così possa lasciare alle persone attorno a sé. Grazie Alessandro per averci permesso di conoscere la vostra storia.
Lui: Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Lei.
Vi anticipo già che questa sarà una storia che inevitabilmente vi porterà a piangere. La storia di Francesca e Alessandro sarà una storia di vita vera. Ma più di tutto la storia di due anime che insieme si completano. Insieme hanno scoperto l’amore e come ogni amore che si rispetti, staranno insieme nel bene e nel male. In salute e soprattutto in malattia.
La debolezza indotta dalla chemio la costringeva a ridurre al minimo le attività non essenziali.Nella salute e nella malattia, all’inizio ero stato subito pronto a prendermi cura di lei, in tutto e per tutto. Non le andava di mettere su l’acqua per la pasta? Non si doveva preoccupare. C’ero io, c’era la mia ala protettrice. Avevo il mantello di Superman, bastava srotolarlo al vento. Che volevi che fosse occuparsi della cena dei bimbi, lavare i piatti, mettere tutti a letto, andare a lavorare, portare Franci in ospedale? Era lei la malata, giusto? Sarò stato anche stanco, ma dei due era lei quella che soffriva. Quella che lottava per la vita.Poi, negli anni, anche Superman aveva incominciato a sfibrarsi. La mia kryptonite? La mancanza di spazi, la perdita progressiva della libertà, l’accumulo di stanchezza, un senso di ingiustizia latente verso una vicenda che in fin dei conti riguardava anche me.Quando Franci stava male, io c’ero. Quando stava bene, lei c’era, ma soprattutto per sé e per le sue amiche. Percepiva che la vita le stava scivolando via e ci si aggrappava con ogni forza, la difendeva, a scapito di tutto e di tutti.Francesca sarà una forza della natura. In questo romanzo Alessandro parlerà di lei non solo nell’ultimo periodo prima di morire, ma anche nel prima. E qui scopriremo una donna allegra, sicura di sé, in carriera, che amerà scrivere e che soprattutto sarà una mamma meravigliosa. Durante la sua vita Wondy subirà diverse operazioni nonché chemioterapie, ma quello che si evincerà in questo libro, sarà che nonostante tutti i dolori, le ferite, le medicine, lei sarà sempre la forza della natura che è sempre stata.
Il quaderno delle Piccole volontà cresce, giorno dopo giorno, con nuove pagine. Man mano che la malattia avanza, Franci scrive. Poche righe, nel suo stile: brevi “wondy-liste” di cose da fare.Le liste. Quante ne ha scritte negli anni. Per feste e celebrazioni, libri da scrivere e progetti di vario tipo, sogni e la spesa al supermercato – quella, ovviamente, da girare a me. Soprattutto, le liste per i viaggi. I nostri amati viaggi.Lei li programmava con cura. Mesi prima che partissimo, iniziava con l’acquisto della guida, di solito una Lonely Planet. Da quel momento cominciava uno studio meticoloso delle tratte da percorrere, dei ristoranti da non perdere, degli alberghi da prenotare.Era riuscita a pianificare anche il viaggio che avrebbe voluto fare con me dopo la seconda chemioterapia. Quella volta con un metodo davvero originale.«Ho deciso che partiremo quando finirà questo inferno del crodino».Chiamava così la “chemio arancione” che aveva dovuto fare dopo la seconda mastectomia, mentre la prima, la terribile “chemio rossa”, era la sangria.«Agli ordini, Del Rosso. E dove?».«Non lo so ancora. Però ho deciso che lo svelerò poco alla volta».«In che senso?».«Ogni volta che tornerò dall’ospedale dopo l’infusione di crodino farò un pezzo di disegno e lo pubblicherò sul blog “Le chemio avventure di Wondy”. Così comporrò a pezzi il mio viaggio».«Sì ma ce lo avrai un posto in mente?».«Cuba».Franci tornava dall’ospedale e due o tre giorni dopo la chemio, una volta che si era ripresa, disegnava. E un po’ alla volta pubblicava: il sole, le palme, una spiaggia, il mare blu, un mojito, il poster del Che… Cuba prendeva forma in piccoli frammenti colorati, mese dopo mese, pezzetto dopo pezzetto.Alla fine di tutto, quando il crodino era diventato l’ennesimo brutto ricordo, il disegno era finito. Coloratissimo, con i tratti vividi.Alessandro è un papà super cazzuto. Ogni tanto in questo romanzo ho letto dei suoi momenti di sconforto, del suo dolore, del suo non sentirsi all’altezza. Ma ci sarà sempre, non solo per la sua Wondy, ma per quei due piccoli bambini che li aspetteranno a casa. Non so se Alessandro leggerà mai la mia recensione ma voglio dirgli che è normale aver avuto voglia di scappare da tutto quel dolore, ma che nonostante questo lui c’è sempre stato. E questo recupera ogni volta che non si è sentito all’altezza della situazione.
Non potevo più ignorare che Francesca, due tumori alle spalle, due operazioni, due mastectomie, due chemioterapie, sorrideva appena poteva. Io invece mi incupivo di fronte alle banali difficoltà quotidiane: il lavoro, i figli, le rotture di scatole. Il tumore aveva riordinato in lei le idee, introiettandole una precisa gerarchia delle priorità. Al contempo aveva mandato in confusione me, mischiando nel mio cervello rabbia, preoccupazione e angosce. Paradossalmente, la malattia aveva reso consapevole lei e obnubilato me.Anche se può apparire strano, o addirittura sbagliato, non era facile condividere la sua filosofia: vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, festeggiare ogni occasione possibile, aprire gli occhi al mattino e sorridere. Lei lo faceva davvero, anche con quattro capelli quattro in testa. Non era il massimo, d’accordo, ma bastava un cappellino e via.Io invece ero tornato alla mia vita “sveglia alle cinque-lavoro in radio-famiglia” e incredibilmente mi lamentavo. Tutto mi sembrava pesante, anche stare insieme alla persona che amavo. Era una spirale viziosa: lei era quella malata, ma allo stesso tempo era molto più vitale di me. Questo mi faceva incazzare, con me stesso soprattutto, eppure non riuscivo a reagire e a cambiare atteggiamento.Questo romanzo è un mix di dolore e di allegria. Una sorta di miscuglio tra la vita e la morte. Ma soprattutto è la storia tra due persone che si sono amate davvero tanto. È la storia di una perdita che per forza di cose cambierà le cose. Cambieranno inevitabilmente tutte le dinamiche che si sono create all’interno di una famiglia. La cosa che renderà questo romanzo indimenticabile saranno i momenti in cui Alessandro cercherà di spiegare ai suoi bambini che nonostante tutto la mamma sarà sempre con loro.
«Io non sarò mai la mia malattia» diceva Francesca. Era il suo urlo di rabbia contro il tumore, era il motivo che la spingeva a mettere su il suo bel musino di tolla e a parlarne con il sorriso sulle labbra.Questa invece è, a oggi, la mia debolezza più grande. Quella malattia che lei, anche se in modo tragico, alla fine ha messo via, per me è ancora una ferita aperta. E come tutte le ferite, brucia.Le scene in cui ci saranno i bambini saranno nello stesso tempo delle coltellate, ma anche delle vere e proprie lezioni di vita. Perché Alessandro cercherà di dirgli sempre tutta la verità, nonostante questa sia terrificante.
Mi vivi dentro è un inno all’amore. All’amore di una mamma per i suoi bambini, di un padre verso i propri figli, ma soprattutto tra un uomo e una donna. Che nonostante ogni ferita, e ogni dolore riusciranno a superare insieme. E lo faranno proprio fino alla fine.
Vi consiglio davvero di guardare l’intervista di Francesca alle Invasioni Barbariche, questo mi ha aiutato davvero tanto a capire che razza di donna meravigliosa sia stata. E quanto una donna così possa lasciare alle persone attorno a sé. Grazie Alessandro per averci permesso di conoscere la vostra storia.
Eleonora ❤
La mia valutazione finale è una principessa:
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