Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano

Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano

Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano

Buon venerdì a voi, 
come state? Oggi ho il piacere di parlarvi dell'ultimo romanzo di Enrico Galiano. Come ben sapete Enrico Galiano è uno dei professori più letti e amati d'Italia.
Con la sua straordinaria sensibilità, e grazie a una pre­senza online di enorme successo, è in grado di dare voce ai sogni e alle aspettative degli adolescenti di oggi come nessun altro.
E con questo nuovo libro offre sia ai ragazzi sia a tutti coloro – genitori, educatori, insegnanti – che hanno a cuore il loro futuro la rinnovata consapevolezza che ogni errore altro non è che una tappa di quell’avventurosa e appassionante ricerca di sé stessi che è la vita. Ricordandoci che se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare.
Quindi se non lo avete ancora letto, e non sapete cosa leggere in questo fine settimana questo libro fa al caso vostro. 

Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti 

Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano
Titolo: Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti 
Autore: Enrico Galiano
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa 
Pagine: 176
Data di uscita: 30 Agosto 2022
Prezzo ebook: 8,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 15,00 € | Link acquisto Amazon

Arriva un momento in cui si è convinti che non ci sia più bisogno di imparare. Ma basta un attimo per capire che le nostre sicurezze, spesso, sono solo un modo per far tacere la paura. Perché vivere intensamente è questo che fa: paura. E sono proprio i giovani a metterci davanti agli occhi una simile verità. Sono loro a rendere chiaro e lampante ciò che nella vita si è sempre saputo, ma non si sapeva di sapere. O ci si rifiutava di sapere. Capitolo dopo capitolo, Enrico Galiano ci porta a scuola di felicità. Una scuola in cui le lezioni sono piccole e grandi allo stesso tempo – sull'amore, il coraggio, la libertà – e impartite non da chi siede dietro la cattedra, ma dai ragazzi stessi. Scopriremo così che hanno ragione loro, quando ridono fino alle lacrime mentre gli adulti li osservano seri. Hanno ragione, quando amano fino a stare male mentre gli adulti li guardano con un sorriso accondiscendente. Hanno ragione, quando cadono, quando non capiscono, quando tartassano di domande finché ottengono una risposta chiara. Quando si arrabbiano perché non si sentono ascoltati. Grazie ai ragazzi, ci si rende conto che, per quanta strada si sia fatta, per quanta esperienza si sia accumulata, si è sempre eterni ripetenti. Eterni ripetenti alla scuola della felicità. Dopo "L'arte di sbagliare alla grande", Enrico Galiano torna con un saggio che è come una giornata di sole dopo mesi di pioggia. Ci fa entrare nella sua classe ad ascoltare le voci e le storie di ragazze e ragazzi, e ci trasmette un'inaspettata leggerezza: leggendo queste pagine, nasce, spontanea, una voglia improvvisa di cominciare a vivere davvero..
I saggi di Galiano si rivolgono agli adolescenti e ai loro educatori, esortandoli a essere veri più che perfetti. - Severino Salvemini, Corriere della Sera

 autore

Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore.


recensione

Qualche tempo fa ero su Instagram e su una delle pagine di attualità che seguo, mi è apparsa l’intervista di uno psicologo, non ricordo bene il nome, parlava della situazione nelle scuole italiane e, soprattutto dei ragazzi. Quello che mi ha colpito di più è stato il senso di rassegnazione. Come se i ragazzi oggi avessero perso la speranza di vivere in futuro migliore. Come se questo presente non li rappresentasse. Come se la rassegnazione, la tristezza e la solitudine fossero i capisaldi della loro intera esistenza. Sempre in questa intervista si parlava anche dei professori che non sanno o non vogliono interagire con loro, ovviamente non tutti non fraintendetemi, ma la maggior parte sono del parare che “alla fine del mese io ricevo il mio stipendio, quindi fate come volete”. E non dovrebbe essere così. 
Se in giapponese c’è natsukashii, in italiano servirebbe un’altra parola, ancora più precisa di nostalgia felice, e vorrei che si trovasse un po’ in tutti i vocabolari. Magari inventiamola noi quella parola: nostalgenuità, la nostalgia che provi per i tempi in cui ancora non sapevi certe cose; nostalgenuità, per quando eri ingenuo e non ti avevano ancora fregato, non ti avevano ancora tirato in mezzo; nostalgenuità, quando ritrovi una vecchia lettera d’amore del liceo e ancora non eri mai stato tradito, lasciato o deluso; nostalgenuità, quando ti capita in mano la foto di te a vent’anni, prima che tutto crollasse giù, o di quel giorno di dicembre prima della pandemia, di quando ancora non era iniziata la tempesta e c’era tutto quel sereno che scambiavamo per nuvole; nostalgenuità, quando ti rendi conto di tutto quello che avevi, convinto di non avere in mano niente. Ed è feroce e bella, la nostalgenuità, perché ti ricorda che anche adesso – guardati bene, sì, anche adesso – c’è tutto un mondo di cose che non sai, anche adesso sei ingenuo – meno di allora, forse, ma lo sei – anche adesso hai sopra la testa un cielo sereno che scambi per nuvole, un dado di cui non sai mai per davvero tutte le facce.
Quello che ho riscontrato in questo libro invece è Enrico, (non dal lato dell’autore, che come voi sapete io adoro), ma il professore. Colui che ha davvero scelto di insegnare perché ama i ragazzi, perché ama tutto quello che condivide con loro e soprattutto quello che i ragazzi riescono ad insegnargli.
In questo libro si evince perfettamente come questo mestiere abbia scelto lui e non viceversa. Come se questa per lui fosse una missione, ma anche la sua passione.
Da loro potremmo imparare un milione di cose ma una, una più delle altre.
E cioè che la vita è una pioggia, che anche se sotto l’ombrello si sta asciutti e protetti, i momenti migliori saranno sempre quelli in cui te ne freghi, chiudi l’ombrello e ti metti a correre.
I momenti in cui ti lasci bagnare.
I momenti in cui ti lasci vivere.
Ho adorato questo romanzo perché, pagina dopo pagina, scopriamo quello che i ragazzi hanno regalato ad Enrico, sia come insegnante che persona. Per noi lettori, ci sarà la bellezza di vedere come i ragazzi guardano il mondo, conoscere i loro pensieri, e perché no, anche ricordare come eravamo alla loro età. Pieni di sogni, di aspettative, di gioia di vivere e pronti affacciarci al mondo. 
Forse siamo noi, noi grandi, che non abbiamo più rispetto, con tutte le cose che ci teniamo sempre dentro – tutte le frasi che lasciamo lì non dette a morirci fra le labbra –, tutti i pensieri più veri e profondi che tratteniamo, tutte le ribellioni che reprimiamo, non per rispetto, ma per etichetta, il silenzio sotto cui nascondiamo i nostri veri sentimenti per non ferire l’altro, il più delle volte è quella la più grande mancanza di rispetto.
Per la persona che abbiamo di fronte, certo. Ma anche per noi stessi.
Chissà, forse un giorno imparerò davvero questa lezione.
Sinceramente avrei tanto voluto almeno un professore così nella mia carriera scolastica. E non come il sistema tradizionale vuole. Perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi davvero per quello che siamo e non per quello che un voto in una materia sancisce. Avrei voluto qualcuno che si fosse interessato anche al nostro stato, qualcuno che ci chiedesse “come state oggi?” o “volete parlare di qualcosa in particolare oggi?”. 
Un sacco di volte ci capita di fare confusione, credere che quello che vogliamo sia quello di cui abbiamo bisogno, di correre dietro a qualcosa che luccica per poi scoprire che non è oro, mentre qualcos’altro di davvero prezioso, qualcosa di per niente appariscente, per niente scintillante, ci passava di fianco, ci sfiorava perfino i polpastrelli, ma noi stupidi abbiamo mollato la presa, l’abbiamo lasciato scivolare via.
Quindi che posso dire? Enrico scusa se ti chiamo per nome, ma continua ad interessarti dei tuoi alunni come stai facendo, perché forse non cambierai la vita di tutti, ma sono sicura che nella maggior parte di loro lascerai un segno. Agli altri insegnanti vorrei dire di guardare meglio, con attenzione i propri ragazzi. Ricordate che sono degli esseri umani e che come tutti vogliono essere visti, notati e accettati per quello che sono. 
Ringrazio la Garzanti per avermi dato la possibilità di leggere anche questo romanzo. 
Con voi lettori miei ci aggiorniamo presto. 


La mia valutazione finale è una principessa:

Recensione Scuola Di Felicità Per Eterni Ripetenti di Enrico Galiano

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xoxo, Eleonora