Come state? Oggi voglio parlarvi dell'ultimo romanzo di Catello Maresca, pubblicato con la Fabbri Editori nello scorso settembre. Curiosi? Andiamo a leggere insieme la mia recensione.
La banalità della mafia
Serie: Stand Alone
Autore: Catello Maresca
Editore: Fabbri Editori
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 160
Data di uscita: 13 Settembre 2022
Prezzo ebook: 6,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 11,83 € | Link acquisto Amazon
Che cos’è la mafia, anzi: che cosa sono le mafie? Sì perché, come un mostro mitologico, la mafia ha molte teste, e più le tagli più queste sembrano ricrescere. Ma, come tutti i mostri, anche le mafie possono essere sconfitte. Per farlo, bisogna capire come funzionano; come nascono, da chi sono formate, come e perché operano. Quali sono le differenze tra le mafie italiane e quelle estere? Ma soprattutto, come si combattono e chi sono i coraggiosi che, con impegno e dedizione, si sono dedicati nel corso degli anni a contrastare questo terribile nemico, giungendo perfino, a volte, a sacrificare la propria vita? A queste e ad altre importanti domande, Catello Maresca, magistrato, si adopera per dare una risposta, prestando a questo tema così delicato e drammatico la propria esperienza decennale, in un volume pensato e rivolto a tutte le ragazze e i ragazzi: per aiutarli a conoscere e capire, per fornire loro gli strumenti utili non solo a scoprire le ingiustizie della mafia, ma anche a difendersi da esse.
Catello Maresca magistrato, ha catturato Michele Zagaria e ha contribuito a eradicare dall’Italia il clan dei Casalesi. Vive sotto scorta dal 2008. È impegnato nel sociale attraverso l’associazione “Accademia delle Arti, Mestieri e Professioni”, associazione che si occupa del recupero di ragazzi in difficoltà e di sostegno alle loro famiglie. Per questa attività ha ricevuto numerosi riconoscimenti come il Premio Falcone e Borsellino. Dal 2018 è docente di Legislazione antimafia presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. È autore, assieme a Francesco Neri, dell’Ultimo bunker. La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e più feroce boss dei Casalesi, Garzanti, 2012.
recensione
Quando ho letto il titolo di questo libro pensavo che l’argomento mafia venisse trattato in maniera completamente diversa. Non voglio mentire e voglio andare dritta al punto. L’ho trovato davvero pesante. Ok, ok, so che questo argomento non è di facile trattazione. Anche perché non stiamo parlando di una gita a Disneyland Paris. Però da Catello mi aspettavo una versione diversa. Una prospettiva più interna alla persona che al magistrato.
Ho raccontato il caso Pecci perché mi ha profondamente colpito e mi ha fatto pensare alle dimensioni che il fenomeno mafioso ha raggiunto, agli intrecci internazionali e alle tante persone che hanno dato la vita per sradicare questo male. È una storia cruenta ma è importante conoscerla, perché chi cerca un cambiamento in meglio deve innanzitutto sapere fino a dove la mafia si spinge.
Avrei voluto una narrazione che includesse i suoi pensieri personali, non un serie di spiegazioni, definizioni che penso tutti noi conosciamo oramai. Mi sono mancate le emozioni, mi è mancato un legame con l’autore, il sentire davvero quello che per lui significhi questo lavoro e come lo affronta giorno dopo giorno.
La mafia non è solo criminalità, violenza, intimidazione: essa diventa una vera e propria mentalità, un modo di essere. Alcuni criminali si sentono davvero parte di qualcosa e credono fortemente negli ideali distorti del gruppo. Addirittura, alcuni pensano di interpretare una missione e di star facendo anche “del bene”. Ma la verità è un’altra ed è importante comprenderla subito: i mafiosi ingannano sempre i soggetti con cui hanno a che fare.In che modo funziona questo inganno? È presto detto: la mafia ha bisogno di manovalanza, di gente che sia disposta a sacrificarsi e può trovarne sfruttando la povertà, il bisogno, le esigenze di persone che non hanno alternative o che non le intravedono, poiché provengono da contesti disagiati oppure addirittura criminali. La mafia prende queste persone dai quartieri più difficili: povertà e ignoranza consentono la formazione di un gruppo numeroso e più sono, più possono controllare il territorio, più possono acquisire potere. Poi di quelle persone arruolate, di quella manovalanza sacrificabile, gran parte viene dispersa: arrestata o addirittura uccisa nelle varie guerre mafiose.
Insomma, che posso dire… Per me questo romanzo è un no. Mi dispiace davvero perché cerco sempre di trovare degli aspetti positivi, ma non mi ha lasciato nulla. Anche a livello informativo sono tutte cose che sapevo già.
Quindi per questo motivo la mia valutazione è:
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