oggi voglio parlarvi di un libro per ragazzi scritto da Viviana Mazza e Kibra Sebhat, edito Mondadori, andiamo a conoscere meglio Io Dico No Al Razzismo.
Io Dico No Al Razzismo
Titolo: Io Dico No Al Razzismo
Serie: Stand AloneAutore: Viviana Mazza e Kibra Sebhat
Editore: Mondadori
Genere: Letteratura per ragazzi
Pagine: 144
Data di uscita: 26 Ottobre 2021
Prezzo ebook: 8,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 14,15 € | Link acquisto Amazon
Dieci parole, dieci capitoli, dieci strumenti per affrontare un tema presente in ogni ambito delle nostre vite, anche se molto spesso non siamo in grado di vederlo.
Che cosa significa godere di un privilegio, quello di avere la pelle bianca, del quale non si è nemmeno consapevoli? Che cosa comporta per una persona lasciare tutto - il proprio Paese, i propri cari - per cercare di costruirsi altrove una vita migliore? Che cosa deve affrontare, in Italia, un giovane di origine straniera che vuole ottenere la cittadinanza? Viviana Mazza e Kibra Sebhat cercano di rispondere a queste e molte altre domande, mostrandoci come i pregiudizi che stanno alla base del razzismo siano molto più diffusi di quanto si creda; ma anche guidandoci per una via differente, quella che vede la diversità come una ricchezza, la convivenza come un obiettivo necessario, l'antirazzismo come l'unica risposta possibile.
Il razzismo non riguarda solo le singole azioni di alcune persone cattive: si tratta di un sistema che fa sì che i bianchi abbiano più diritti di coloro che non lo sono. Tutti noi abbiamo pregiudizi nei confronti dei gruppi sociali diversi dal nosro. Possiamo superarli solo se prima di tutto riconosciamo di averli e poi facciamo qualcosa per cambiare le cose.
autrici
VIVIANA MAZZA, nata a Catania nel 1978, è giornalista del "Corriere della Sera", dove scrive per la redazione esteri, raccontando storie di donne e di uomini dall'Alaska al Pakistan. Per i giovani lettori ha pubblicato con Mondadori Storia di Malala, Il bambino Nelson Mandela, Ragazze rubate, Guerrieri di sogni, Greta. La ragazza che sta cambiando il mondo e La ragazza che imparò a volare. Storia di Simone Biles.
KIBRA SEBHAT, nata a Rovigo nel 1986 e originaria dell'Eritrea, è milanese e afroitaliana. Si occupa di comunicazione aziendale, giornalismo e video produzioni. Dal 2008 al 2017 ha fatto parte di Rete G2 - Seconde Generazioni, organizzazione apartitica che promuove i diritti dei figli di immigrati senza cittadinanza italiana. Dal 2012 è collaboratrice del "Corriere della Sera".
recensione
Onestamente ci ho pensato un po’ prima di scrivere o meno la recensione. Perché non amo mai scrivere recensioni negative, soprattutto in questo caso dove una recensione potrebbe essere considerata negativa nei confronti dell’argomento del libro stesso. E voglio precisare che non è contro quello che parla, ma quello che ha trasmesso a me.
E comunque non ho mai riflettuto sui vantaggi dell’essere bianca nella mia società, finché non sono diventata più grande.Il primo vantaggio dell’essere bianchi è proprio questo: la bianchezza non vede se stessa. Gli altri sono “di colore”, mentre LA BIANCHEZZA È CONSIDERATA UN NON COLORE, È LA “NORMALITÀ” DA CUI TUTTO IL RESTO DEVIA.Questa idea già presuppone una superiorità gerarchica dei “bianchi” rispetto agli “altri”. I “bianchi” osservano gli “altri”, ma non se stessi.
Quello che non mi è piaciuto di questo libro è il come è stato scritto. Per tutte le pagine ho sempre avuto la stessa domanda nella testa: “Ma gli autori perché sembrano così incazzate?”. E visto l’argomento ci può anche stare, ma io sono una donna adulta. Io adoro i libri per bambini poiché in questi romanzi si cerca sempre di spiegare ai più piccoli concetti difficili in maniera dolce e soft. In questo libro io non ho trovato tutto ciò.
Alla fine mi sono chiesta: “Faresti leggere ad un tuo ipotetico figlio questo romanzo per spiegargli il razzismo?”, “No” sarebbe la mia risposta.
Quindi ripeto il mio è un no non tanto per quello che c’è scritto, ma il come. Non ho amato proprio lo stile e le sensazioni ricevute. Quindi con davvero tanto dispiacere la mia valutazione è bassa.
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