Recensione Il Volo Dei Cuori Sospesi Di Elvia Grazi

Recensione Il Volo Dei Cuori Sospesi Di Elvia Grazi

Recensione Il Volo Dei Cuori Sospesi Di Elvia Grazi

Ma ciao Onceuponiani miei, 
oggi ho il grandissimo piacere davvero di parlarvi di un romanzo che mi ha dato e lasciato tanto. Ringrazio di cuore l'autrice per avermi dato ancora una volta quelle emozioni che cerco sempre nei libri. 

Il Volo Dei Cuori Sospesi 

Recensione Il Volo Dei Cuori Sospesi Di Elvia GraziTitolo: Il Volo Dei Cuori Sospesi 
Autrice: Elvia Grazi
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa 
Data di uscita: 6 Settembre 2018
Pagine: 336
Prezzo ebook: 9,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 14,96 € | Link acquisto Amazon

La storia di un amore in costante trasformazione. Perché quando i ricordi diventano sassi che trascinano a fondo, l’amore ci insegna, ancora una volta, la fiducia nella vita e nei suoi doni.

Due gemelle divise da una scelta.
Due vite da riavvolgere.
Un unico amore in grado di unirle ancora.

Le gemelle Ariele e Rebecca, di origine ebraica, non potrebbero essere più diverse. La prima, occhi così limpidi che ci si può vedere attraverso, è timida e schiva; la seconda, penetranti occhi verdi, è una ribelle pronta a sfidare tutto e tutti pur di non subire la vita. Ma Ariele possiede un talento che Rebecca non ha: fa sogni premonitori. Una fortuna e una condanna, perché spesso le cose che vede accadono senza che lei possa impedirlo. A nulla, infatti, servono quei sogni quando l’odio nazista si riversa sul paese in cui hanno trovato riparo. Così, la loro madre Giuditta si trova costretta a prendere una decisione cui nessuno dovrebbe essere chiamato: può salvare solo una delle figlie. E sceglie di salvare Ariele, affidandola alle cure di un’amica, e di portare con sé ad Auschwitz Rebecca, convinta che il suo carattere forte potrà salvarla. Una decisione che lascia un segno indelebile nella storia di tutta la famiglia. Negli anni a venire, Rebecca, che sopravvive all’orrore dei campi, chiude il suo cuore al mondo e decide che a nessuno sarà più permesso di calpestarlo. Al contrario, Ariele cerca di non sprecare l’occasione che le è stata offerta. Accoglie l’amore che le viene dato e se ne fa portavoce nella vita di tutti giorni. Senza mai tirarsi indietro. Anche quando Rebecca, con la quale non è più riuscita a ricostruire un rapporto, bussa alla sua porta e le chiede di occuparsi di una figlia, la sua, che non riesce nemmeno ad abbracciare, una bimba cui ha voluto dare un nome che racconta tutta una storia: Catena. Talvolta i ricordi sono come sassi che possono trascinarci a fondo, bloccando in un freddo, sincopato respiro gli ingranaggi del cuore.

Con Il volo dei cuori sospesi, Elvia Grazi ci porta dritto al centro di uno dei periodi più bui della storia per mostrarci che non c’è sofferenza in grado di durare per sempre. Quando meno ce lo aspettiamo, la speranza rimette in moto il volano delle emozioni e ci proietta in un futuro dove c’è ancora posto per l’amore. Quello per cui vale la pena di lottare, sempre.

«C’è qualcosa di grandioso in una merla che costruisce il suo nido: la voglia prepotente di credere nella vita e lasciare che vada dove deve andare. Costi quel che costi. C’è il suono melodioso e magico della speranza.»


autrice

Recensione Il Volo Dei Cuori Sospesi Di Elvia Grazi


Elvia Grazi ha diretto diversi settimanali e ora è al timone del mensile StarTv&Lifestyle e di In Forma. Ha collaborato stabilmente con numerosissime testate nazionali, da Io Donna a Donna Moderna, da Grazia a TuStyle, e ancora Come Stai, Donna in forma, Meridiani, Silhouette, Viver Sani e Belli, Stop, Confidenze, solo per citarne alcune. Ha svolto un'intensa attività di ufficio stampa di grandi eventi internazionali e ha collaborato come autrice e conduttrice a diversi programmi televisivi. Per oltre trent'anni ha pubblicato racconti e romanzi a puntate su vari settimanali, sviluppando una sensibilità eccezionale per i temi legati ai sentimenti e stabilendo un rapporto unico con lettrici e lettori. Ha scelto la storia straordinaria raccontata in Lasciami contare le stelle, di cui è stata testimone, per esordire con il suo nome nella narrativa.



recensione

Lei: Ariele, gemella di lei, di origine ebraica, è timida e schiva.
Lei: Rebecca, penetranti occhi verdi, è una ribelle pronta a sfidare tutto e tutti pur di non subire la vita.
Leggendo Lasciami Contare Le Stelle avevo già capito il talento di scrivere di Elvia. Con questo romanzo però mi sono proprio completamente immersa nei personaggi. Ad un certo punto ero così coinvolta nella storia che non mi ero neanche accorta di piangere. Sì, perché questa storia mi è arrivata. E pure tanto. Non so se sia dovuto anche al fatto che sono una gemella e sono entrata in piena empatia con Ariele.
Poi, però, mi sono dovuta rimboccare le maniche. Con le lacrime e il memento non avrei dato da mangiare alle gemelle.Ho bussato a tante porte, ho chiesto aiuto, senza vergogna, a testa alta, e alla fine ci sono riuscita.Sono andata a fare la bidella nella scuola elementare Ermenegildo Pistelli.È durata poco, per disgrazia. Con l’introduzione delle leggi razziali, ho perso il posto. Tutti gli ebrei sono stati espulsi dagli impieghi pubblici.Da quel momento ogni cosa ha iniziato a cambiare vorticosamente e, in una manciata di anni, mi sono trovata con le gemelle un po’ più grandi a vivere in una città che di giorno in giorno per noi diveniva una minaccia. Del resto, io il pericolo lo annuso in un istante. Sono una gatta randagia, so per istinto quando devo mettermi in salvo.Se ti guardi in giro, mentre la frana cade, il minimo che ti può capitare è di restarci sotto e io non potevo certo permettermelo. Sentivo il rombo degli aerei sulla testa che venivano a bombardare la città e la gente dire che il fronte si stava avvicinando alla nostra zona.C’era chi parlava di guerra civile, di fascisti e di partigiani, di rappresaglie e rastrellamenti.Fino ad allora, avevo pensato si trattasse di storie dell’altro mondo, ma poi ho iniziato ad avere paura.Per questo, in quattro e quattr’otto, ho raccolto i nostri pochi stracci e sono sfollata ad Arunno. Ho venduto tutti gli ori che possedevo, compresi quelli che mi aveva regalato Giacomo, gli orecchini della mia povera mamma, la sua collana e anche un gioiello che era stato della nonna.È meglio non lasciarsi prendere dai sentimentalismi e dai ricordi. Se ci resti troppo legata, possono essere pietre che ti trascinano a fondo.Ho messo insieme un modesto gruzzolo, poca cosa, che mi sono infilata nel reggiseno.Abbastanza per affittare una piccola casa, ai margini del paese.Di lavoro non ce n’era.Per un po’ ho fatto quel che potevo. Mi sono spaccata la schiena al lavatoio, a spazzolare i panni dei signori nell’acqua gelida. Ho cucito, rammendato e nei giorni più grigi sono andata a rubare. Non me ne vergogno.Partivo di notte, mentre le bambine dormivano. Facevo chilometri e chilometri, su e giù per le montagne.Qualche volta arrivavo fino al lago, dove c’era la ferrovia e rubavo anche il sale, quello giallo, messo sulle rotaie perché non gelassero.L’onestà è un lusso che non potevo più permettermi.Ho provato a chiedere in prestito qualche fava, un po’ di farina di granoturco, una manciata di fagioli, una crosta di formaggio, giusto per non morire di fame. Ma nessuno mi ha fatto credito. Ognuno curava i propri interessi e non spartiva niente con gli altri, che non fosse la miseria.Non si metteva nulla da parte.
Ariele, è una ragazza timida, che segue le regole, ama sua sorella e sua madre. Come avrete letto nella trama ha un dono speciale, quello di vedere alcune cose nei sogni. E sarà proprio questo per alcuni periodi a permettere a lei e alla sua famiglia di sopravvivere in un paese dove le ebree non erano viste di buon occhio. Ariele sarà sempre l’ombra della sorella, e sarà in un certo senso anche la mamma a renderla più debole.
I figli sono tutti uguali, dita della stessa mano: verissimo. Come scegliere quale amputare?All’inizio mi sembrava chiarissimo: Ariele è troppo fragile, un fuscello che si sarebbe spezzato al primo colpo di vento. Rebecca, invece, sa resistere anche al temporale. È giusto, è vero, ma intanto l’ho condannata a un destino velenoso, salvando l’altra, e forse l’ho fatto solo per un altro senso di colpa, perché mi rivedo troppo in Rebecca. Siamo così simili che è come un mio prolungamento. Non posso quasi farne a meno. Ma non è questo l’unico motivo. Amo Ariele d’un amore totale, è un micino spaurito, impossibile non volerla proteggere. Non mi ha mai detto bugie: non ne è capace. E per molto tempo, in qualche modo, io l’ho «usata» per sbarcare il lunario. È grazie al suo sentire sottile se abbiamo potuto riempirci la pancia. E lei non si è mai ribellata, non ha mai chiesto nulla di più. Non mi ha mai disubbidito, se non, qualche volta, per lealtà nei confronti della sorella. Rebecca è la ribelle, insolente a volte, eppure così intelligente, così affascinante. Amo di più lei? Ed è per senso di giustizia, o forse per punirmi, che ho salvato Ariele?Perché una cosa è certa: lei è in ogni caso al sicuro.Ecco perché piango tutte le lacrime del mondo, silenziosamente, davanti a Rebecca e le parlo senza voce, quasi a dirle: “Tu che forse non sarai mai madre, potrai capire la scelta di chi ha dovuto mettere in disuso il proprio cuore per fare scegliere al cervello? Ariele avrebbe compreso, lo so, avrebbe accettato tutto, come sempre, senza giudicare. Tu ti ribellerai e ti sentirai tradita. Perché in fondo è così. Forse per troppo amore, forse per un senso di colpa e per centomila altri percorsi perversi della mente, io ho scelto di sacrificarti”.
Rebecca è viva. Rebecca è colore. Rebecca sarà anche tanto nero. Dopo il ritorno dal campo di concentramento, non sarà più la stessa ragazzina allegra e spensierata. D'altronde come potrebbe, con tutto lo schifo che ha visto e il dolore che ha provato? Quando ritornerà però avrà innalzato un muro così alto che non riuscirà mai più a collegarsi con quella gemella che ha sempre avuto accanto.
Non vi nego che ci ho provato e pure tanto a capirla, ma non ci sono riuscita. L’ho odiata. Non sto scherzando, sono seriamente arrivata al punto di volerle dare uno schiaffo. Voi penserete che non è molto normale, ma ho avuto tutto il tempo la sensazione che lei non solo volesse con i suoi atteggiamenti punire sé stessa, ma soprattutto la sorella. Lo farà, nonostante tutta la cattiveria che subirà Ariele in un certo senso perdonerà sempre Rebecca.
Se n’è andata lasciando un vuoto in me.Era cattiva, verissimo, ma non ha avuto una vita facile. È scampata a un campo di concentramento, e forse è proprio là dentro che qualcosa deve averle guastato l’anima. Mamma ha una sola foto di loro bambine e Rebecca aveva gli occhi accesi e vivi, intelligenti e buoni, ne sono sicura.Non posso impedirmi, adesso, di pensare a lei, alla bambina che è stata, con tenerezza e affetto.Avrebbe avuto tanto da raccontarmi.Perché mi ha abbandonata, intanto, e chi era mio padre. Più un sacco di altre cose, della sua vita e della mia.L’avrei perdonata, certo, io che so perdonare sempre a tutti tranne che a me stessa.Quando qualcuno ti ferisce, all’inizio il sangue pulsa e ti dà dolore, ma poi la pelle si cicatrizza. Ci passi sopra il dito, e se le ferite sono molto estese, la parte non è più sensibile al tatto. È come inerte, addormentata, morta. Così deve essere successo al cuore di mia madre, così, in parte, è successo al mio. Adesso lo so.
Non voglio dilungarmi oltre con la trama, ma voglio solo dirvi che questo romanzo è qualcosa di davvero speciale. Mi ha fatto provare tantissime emozioni: rabbia, dolore, amore, allegria, dolcezza, e soprattutto paura. Paura di poter un giorno provare anche io quell’odio che provava Rebecca. Paura di perdere una sorella, che poi essendo gemella è qualcosa in più, paura di ritrovarmi da sola.
È strano leggere un romanzo come questo perché è come se in ognuno di noi ci fossero una Rebecca e una Ariele, due facce della stessa metà, con sentimenti e caratteri diversi. Sta solo a noi cercare di fare uscire la parte migliore.
Consiglio questo romanzo a tutti. Anche e soprattutto per il contesto storico che farà da sfondo a questa storia di vita vera e cruda.
Come sempre fatemi sapere la vostra, vi abbraccio. 
Eleonora ❤

La mia valutazione finale è una principessa:


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