Recensione Certi Segreti Di Kim Van Kooten |
Vi avevo segnato questa uscita qualche giorno fa. Non potevo farmelo scappare. E fin dalle prime pagine mi sono ritrovata catapultata in un mondo che mi ha davvero lasciata un amaro e una tristezza che poche volte un libro è stato in grado di darmi. Ma ne è valsa completamente la pena..
Certi Segreti
Autrice: Kim Van Kooten
Editore: Dea Planeta
Genere: Narrativa
Pagine: 256
Data di uscita: 13 Marzo 2018
Prezzo ebook: 9,99 € | Link acquisto Amazon
Prezzo cartaceo: 14,45 € | Link acquisto Amazon
Certi segreti sono troppo grandi per restare nascosti per sempre. Certi segreti chiedono solo di venire alla luce.
È il giorno del quinto compleanno di Puck quando una berlina nera passa a raccogliere lei e la mamma dal marciapiede di un degradato quartiere di Rotterdam. Pochi chilometri, e la sua vita di bambina senza un padre, senza bici e senza un soldo cambia per sempre. Nella imponente villa di Zwijndrecht, con le governanti, il giardino e gli enormi vasi cinesi, la vita scorre opulenta e quasi normale. Se non fosse per l'ostinazione con cui il proprietario, il ricco e impegnatissimo Signor Zio, insiste per lavare personalmente i capelli di Puck tre volte alla settimana. Comincia così, come un disegno infantile un po' sghembo, pieno di ingenuità e di colori strani, il racconto della piccola Puck. Per assumere, un po' alla volta, le sfumature sempre più fosche e inquietanti della violenza e dell'innocenza tradita. Kim Van Kooten prende una storia vera e drammatica - quella dell'amica Pauline Barendregt e del suo "aspirante papà" - e la trasforma in un inno alla vita. Capace di dare voce a chi non ne ha e di dare forma a ciò che mai vorremmo vedere.
È il giorno del quinto compleanno di Puck quando una berlina nera passa a raccogliere lei e la mamma dal marciapiede di un degradato quartiere di Rotterdam. Pochi chilometri, e la sua vita di bambina senza un padre, senza bici e senza un soldo cambia per sempre. Nella imponente villa di Zwijndrecht, con le governanti, il giardino e gli enormi vasi cinesi, la vita scorre opulenta e quasi normale. Se non fosse per l'ostinazione con cui il proprietario, il ricco e impegnatissimo Signor Zio, insiste per lavare personalmente i capelli di Puck tre volte alla settimana. Comincia così, come un disegno infantile un po' sghembo, pieno di ingenuità e di colori strani, il racconto della piccola Puck. Per assumere, un po' alla volta, le sfumature sempre più fosche e inquietanti della violenza e dell'innocenza tradita. Kim Van Kooten prende una storia vera e drammatica - quella dell'amica Pauline Barendregt e del suo "aspirante papà" - e la trasforma in un inno alla vita. Capace di dare voce a chi non ne ha e di dare forma a ciò che mai vorremmo vedere.
Schizzato al primo posto della classifica dei libri più venduti all’indomani della pubblicazione, Certi segreti è un fenomeno da oltre 60.000 copie vendute in Olanda, acclamato dalla critica e dai lettori.
l'autrice
Kim Van Kooten, (1974) è una nota attrice e sceneggiatrice olandese.
Certi segreti è il suo primo romanzo, ispirato alla storia vera della sua amica Pauline Barendregt.
Certi segreti è il suo primo romanzo, ispirato alla storia vera della sua amica Pauline Barendregt.
recensione
Lei: Puck, bambina di 5 anni, che vive con la mamma.
Lui: Signor Zio, nuovo compagno della mamma.
Quando ho letto la trama di questo romanzo, grazie alla segnalazione che ho scritto per la casa editrice, un brivido mi ha percorso la schiena. Dovevo leggerlo. Dovevo in un certo senso ‘farmi del male’ con una storia che sicuramente non può passare in sordina. Perché volente o nolente Puck vi ruberà il cuore.
Sapete cosa mi ha veramente colpita? Il come l’autrice sia stata capace di raccontare la storia con gli occhi di una bambina per poi lanciare quella mazzata che ti arriva direttamente allo stomaco, lasciandoti interdetta. Cerco di spiegarmi meglio. Dovete sapere che tutto il libro è raccontato dal punto di vista di Puck che all’inizio degli abusi è solo una bambina di 5 anni. E quando racconterà e poi successivamente quello che, per me, sarà il Signor Bastardo, è di un’innocenza che mi ha in alcuni casi commossa fino alle lacrime.
Ma il mio ultimo messaggio è per te Puck. Voglio dirti che mi dispiace da morire per quella bambina indifesa, mi dispiace da morire per tutto quello che hai dovuto subire. Meritavi un’infanzia come ogni altro bimbo. Meritavi di essere amata. Meritavi di avere il tempo per scegliere da sola del tuo corpo. Ma soprattutto meritavi di essere salvata. E nessuno l’ha fatto.
Lettori miei che altro posso dirvi? Ho ancora i brividi, quindi sì leggetelo, ma prendetevi il tempo necessario per prepararvi psicologiamente perché ne avrete bisogno.
Come sempre ci aggiorniamo presto… 😊 vi abbraccio forte.
Lui: Signor Zio, nuovo compagno della mamma.
Quando ho letto la trama di questo romanzo, grazie alla segnalazione che ho scritto per la casa editrice, un brivido mi ha percorso la schiena. Dovevo leggerlo. Dovevo in un certo senso ‘farmi del male’ con una storia che sicuramente non può passare in sordina. Perché volente o nolente Puck vi ruberà il cuore.
Sapete cosa mi ha veramente colpita? Il come l’autrice sia stata capace di raccontare la storia con gli occhi di una bambina per poi lanciare quella mazzata che ti arriva direttamente allo stomaco, lasciandoti interdetta. Cerco di spiegarmi meglio. Dovete sapere che tutto il libro è raccontato dal punto di vista di Puck che all’inizio degli abusi è solo una bambina di 5 anni. E quando racconterà e poi successivamente quello che, per me, sarà il Signor Bastardo, è di un’innocenza che mi ha in alcuni casi commossa fino alle lacrime.
«Significa che è sparito senza lasciare traccia» ha continuato.Dalla mia espressione ha intuito che ancora non capivo, così mi ha spiegato meglio: «Significa che se n’è andato, e che non vuole farsi trovare. Non vuole più essere il tuo papà».«Perché no?».«Perché per lui non eri abbastanza dolce».Questo la mamma non me l’aveva mai detto.«Quindi, le probabilità che tu lo riveda sono praticamente nulle».Stavo giocando con la cerniera del cappotto, mentre lui continuava a parlare.«Questo è un fatto… sai che cos’è un fatto, vero, Puck? È una cosa sicura, certa… ed è un fatto che a tuo padre non importi nulla di te. Quindi, è meglio se ti dimentichi di lui. Continuare a ricordare quell’uomo non ti porterà da nessuna parte. Guardami, Puck, maledizione. Sto parlando con te».L’ho guardato negli occhi.«Quello che sto cercando di dirti è che io penso sul serio che tu sia una bambina molto dolce. Per questo vorrei farti da padre. Per potermi prendere cura di voi».È davvero triste, come in un certo senso nei suoi primi anni lei si ‘faccia andare bene’ le cose. Non si fa domande, non si chiede il perché il papà la toccherà in punti particolari, o perché la fotograferà nuda con le gambe aperte. Lo accetterà, e andrà avanti in quella vita piena di lussi. Sarà circondata di giocattoli, da vestiti firmati, ma soprattutto vedrà felice la sua mamma. L’unica persona al mondo che dovrebbe difenderti contro tutto e tutti.
Ogni volta che sento dei passi che salgono le scale, striscio nel ripostiglio. Quando si apre la porta della mia camera, aspetto di capire chi è. Se è la mamma, esco subito e le urlo: «Booh!» o «Ah ah, te l’ho fatta!». Se è il papà, rimango nascosta finché non va via. A volte ci vuole un po’. Sa, e al tempo stesso non sa. Forse sospetta che mi nasconda da qualche parte, ma non ne è sicuro, e comunque non sa dove vado perché non mi ha mai trovata.E quando, dopo, mi dice: «Puck, non devi mai nasconderti da me, lo sai, vero?», io gli rispondo sempre la stessa cosa, che non l’avevo sentito, o che ero in bagno, o fuori. È un piccolo gioco tra noi due. L’unico a cui vinco sempre io. Perché sono capace di starmene seduta in silenzio per ore, mentre lui no. Non mi viene fame, non mi sento indolenzita, non mi si addormentano le gambe, e non faccio il minimo rumore. Non importa se sono sdraiata sulla pancia sotto il letto, o raggomitolata sotto le giacche appese, o in cima a un albero in giardino.Sta per rinunciare. Lo sento scendere le scale per andare nel suo studio.Una cosa che mi ha davvero colpita. È stato il tenerci, in un certo senso, del Signor Bastardo. Vi spiego meglio. Lui vivrà in funzione della piccola. Si preoccuperà del cibo, della scuola, della sua istruzione, delle sue necessità. Più che la mamma, sembra proprio la piccola Puck la sua sposa. Non so spiegarvi, ma ho avuto la sensazione che in un modo malato lui ci tenesse a lei. Lo so che non è così, però quando lei starà davvero male, lui si annullerà. Questa è un’altra cosa che mi ha lasciata davvero interdetta. Non so ancora come spiegarlo a me stessa, figuriamoci a voi. Quindi vi chiedo scusa se il concetto non vi arriverà.
Probabilmente sono l’unica al mondo che a dieci anni viene ancora accompagnata a scuola tutti i giorni. Di sicuro sono l’unica in tutta Zwijndrecht. E sono anche l’unica ad avere un cavallo suo (lo so). Sono l’unica che non si può lavare i capelli da sola (sono sicura, l’ho chiesto in giro con discrezione poco tempo fa). L’unica a possedere una tavola da surf (anche questo l’ho verificato). L’unica ad avere incubi talmente spaventosi da non voler dormire (di questo sono quasi certa, perché negli incubi c’è sempre il papà, e non riesco a immaginare che altre persone se lo sognino di notte). L’unica con una mamma che non sa scrivere il suo nome (questo non l’ho chiesto in giro, non sarebbe carino nei confronti della mamma, ma non ho molti dubbi).Sappiate che ho odiato la mamma di Puck, forse quasi o di più, del Signor Bastardo. È una donna così piccola, così cieca, e davvero così cretina da rovinare tutto. Tutto quello che sarà la vita di questa bambina che per anni, e sottolineo anni è stata abusata. Non potete capire quanta sofferenza e disgusto mi ha lasciato questo romanzo. Non perché sia scritto male eh, chiariamo subito, ma proprio per la storia in sé. Ogni persona, a parte il maestro della bambina, e altri estranei, cercheranno di approfittare della piccola, sfruttandola per guadagnare un certo benessere economico. Soprattutto quelli che con lei avranno un legame di sangue. Questo è quello che mi ha davvero distrutto. Pensare quante piccole anime siano in queste situazioni e magari nessuno lo sa. Quanti bambini vengono rovinati per sempre, quanti non hanno la forza di denunciare, o semplicemente sono abbandonati a sé stessi.
E adesso l’ho scoperto. La vita nel suo complesso è una faccenda seria, come direbbe nonna Crooswijk. Me l’ha spiegato il papà, che mi ha messo dentro quel coso e poi l’ha tirato fuori usando il cordino. Poi me ne ha messo dentro un altro, perché è importante che io sappia come tirarlo fuori da sola. Sta per venire, ansima e intanto si tocca il pisello. Dopo che me lo sono tirato fuori, mi mette il suo uccello in bocca. La mamma è distesa sul divano a guardare la TV, con una ciotola di Smarties per calmare i nervi.Lettori miei, davvero di cuore, leggete questo romanzo. Merita. La storia è forte? Sì. Vi lascerà qualcosa? Troppo. Io a distanza di ore sono ancora in balia delle emozioni.
Ma il mio ultimo messaggio è per te Puck. Voglio dirti che mi dispiace da morire per quella bambina indifesa, mi dispiace da morire per tutto quello che hai dovuto subire. Meritavi un’infanzia come ogni altro bimbo. Meritavi di essere amata. Meritavi di avere il tempo per scegliere da sola del tuo corpo. Ma soprattutto meritavi di essere salvata. E nessuno l’ha fatto.
Lettori miei che altro posso dirvi? Ho ancora i brividi, quindi sì leggetelo, ma prendetevi il tempo necessario per prepararvi psicologiamente perché ne avrete bisogno.
Come sempre ci aggiorniamo presto… 😊 vi abbraccio forte.
Eleonora ❤
La mia valutazione finale è una principessa:
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