Intervista a Felicia Kingsley

Intervista a Felicia Kingsley

Oggi ho il grandissimo piacere di chiacchierare un po’ con Felicia Kingsley 😊 sì, proprio lei! L’autrice del romanzo “Matrimonio Di Convenienza”. Conosciamo un po’ meglio l’autrice 😊

biografia



La vita è troppo breve per prendersi troppo sul serio! Scrivo per divertirmi, scrivo per divertire, scrivo di amore, commedia, equivoci, per riderci su.

Felicia Kingsley, è nata nel 1987, vive in provincia di Modena e lavora come architetto. Coltiva la passione della scrittura dall’età di dodici anni, va dove la fantasia la porta e non è raro che si perda nei suoi pensieri e nelle sue storie mentre qualcuno le sta parlando. Il suo romanzo, inizialmente autopubblicato, ha riscosso grande successo sul web. Per saperne di più, la sua pagina Facebook è: www.facebook.com/feliciakingsleyofficial.


E ora passiamo alla parte più succosa di questo post! L’intervista. Io ho già ringraziato l’autrice per il tempo che mi ha dedicato. Quindi ne approfitto per ringraziarla nuovamente e pubblicamente 😊 davvero grazie di cuore. La parte bella di avere il blog è proprio questa. Conoscere le autrici che ci danno emozioni. Conoscere le persone reali. Quindi che aspettiamo?? Godiamoci questa meravigliosa intervista. 😊


intervista
1. Da dove ha origine la tua passione per i romanzi?
Quando ho scoperto la lettura mi si è aperto un mondo, avevo nove anni e da allora ho deciso che non ne potevo fare più a meno. Quel viaggiare pur rimanendo sdraiata sul letto in camera mia era diventata una dipendenza. Sono partita con i classici del Battello a Vapore, poi Gl’istrici e con l’arrivo della adolescenza mangiavo, letteralmente, i libri della collana Le Ragazzine che sono dei chick-lit per teen-agers. Poi ho iniziato ad attingere alla libreria di mia madre e alla biblioteca “per grandi”. Io e i romanzi abbiamo sempre vissuto insieme.
2. Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita?
Domanda scomoda. Uno più di altri direi di no, anche se ho avuto dei periodi. Una ragazza fuori moda della Alcott mi ha toccato in modo particolare perché io, come la protagonista sono sempre stata abbastanza outsider, ai margini e quindi mi sono immedesimata. Così, su due piedi, mi viene in mente quello, ma tra un’ora potrei cambiare la mia risposta e nominartene un altro perché ne ho amati davvero tanti.
3.  C’è uno scrittore/scrittrice che consideri il tuo mentore?
Marcèl Duchamp aveva sposato la filosofia che da artista preferiva farsi ispirare dalla musica e dalla letteratura che non da altri artisti e io sono sempre stata d’accordo. Il rischio di incappare in imitazioni mediocri c’è sempre, quando ci si impunta su un “idolo”. Ci sono scrittori che apprezzo molto e ritengo inarrivabili (Ken Follet), altri il cui stile è diventato una firma di riconoscimento (Sophie Kinsella), ma preferisco leggerli senza prenderli come punto di riferimento.
4. Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
La mia scrivania, nello studio, è il posto più comodo, ma io e il mio portatile ci spostiamo ovunque sia necessario: in cucina mentre faccio il ragù, sul divano, sul letto quando la pigrizia ha la meglio su di me….
5.  Hai rituali ‘propiziatori’ che segui?
Rituali non proprio, ma ci sono piccole cose sempre presenti: acqua a volontà perché io bevo tantissimo e non devo essere costretta ad alzarmi ogni volta e Chupa Chups (o caramelle gommose), perché gli zuccheri veloci attivano il cervello! No, scherzo, scusa banale. Sono solo golosa. E poi, ovviamente, tappeto musicale.
6. Stili una scaletta prima di scrivere o vai dove ti porta il cuore?
La scaletta sarebbe meglio farla, e anche una calendarizzazione dei tempi, giusto per non ambientare una storia a marzo e poi mettersi a parlare di alberi di Natale.
La verità è che la storia mi arriva mano a mano che la scrivo quindi, almeno nel mio caso, fare la scaletta prima è una perdita di tempo. La faccio alla fine, per vedere se la storia “fa acqua” da qualche parte.
I personaggi prendono vita e quasi sempre sono le loro azioni a guidare la mia scrittura.
7. C’è stato un momento nella tua vita in cui hai deciso da oggi scrivo? O ti sei avvicinata alla scrittura piano piano?
Ho iniziato intorno ai dodici anni. Sono sempre stata portata a sognare a occhi aperti, la mia tata della scuola materna diceva: “In lei prevale la componente fantastica”, che è un modo carino per dire che stavo sempre nel mio mondo. Lì c’erano storie e personaggi di mia invenzione e la scrittura è arrivata perché era giunto il momento di fare spazio, liberare la testa. Erano cose che scrivevo per me, che mi servivano a sgombrare la mente.
8. Hai pubblicato da poco il tuo romanzo, (che ho amato 😉), Matrimonio di convenienza. Ci sono tantissime recensioni positive online, (la mia a questo link: qui). Pensi che qualcosa di questo libro non sia arrivato ai lettori?
Matrimonio di convenienza è un romanzo rosa, chick-lit e tutte le definizioni del caso, quindi va preso come tale: intrattenimento, evasione e sogno. I rosa servono per staccarsi dalla realtà che pesa troppo sulle nostre spalle a fine giornata. Non sono qui a dire “Umberto Eco, spostati!”, per intenderci.
Le recensioni positive mi dicono che il romanzo ha raggiunto il suo scopo, però, visto che me lo chiedi, ci sono un paio di specifiche che vorrei puntualizzare.
Qualcuno ha detto che la storia parte intorno al 60% del libro. La storia d’amore, quella con baci, passione, annessi e connessi sì, ma per arrivare al “dunque” ci vuole un po’. Non è credibile che due sconosciuti che, tra l’altro, a pelle non si sopportano, si scoprano innamorati l’uno dell’altra in tre secondi. Sono due mondi che si avvicinano e devono trovare il modo d’incontrarsi. E poi, dai, “Rimandare l’appagamento è sintomo di maturità” disse Carrie Bradshaw.
Qualcuno ha detto che il romanzo è lungo. Forse io sono una persona prolissa, ma sotto le 300 pagine mi sembra più un racconto che un romanzo e, nel caso di Jemma e Ashford, dove non c’è un amore a prima vista, ridurre la narrazione porterebbe a precipitare gli eventi in un modo che alcune azioni risulterebbero inspiegabili e alcuni comportamenti assurdi.
9. Come ti è nata l’idea di questo romanzo? Come sei riuscita a creare così bene questi personaggi e a renderli tutti così particolari? È difficile odiare qualcuno… anzi mi rimangio quello che ho detto Portia si odia eccome. 😉
I personaggi si definiscono attraverso le loro azioni e ciò che dicono. La suocera e il maggiordomo sono stereotipi che ho cercato di tagliare e cucire a seconda di ciò che avevo bisogno e per toglierli dal clichè li ho umanizzati: Delphina con un passato da groupie dei Rolling Stones, piuttosto che Lance tifoso dell’Arsenal. Harring e Cècile, invece sono personaggi strumentali: mi sono serviti per far parlare la pancia di Jemma e Ashford.
Quanto alla coppia protagonista, Jemma e Ash, devo dire che mi sono venuti in mente prima loro e poi la storia. Vivevano già da un po’ nella mia testa e a un certo punto ho dovuto dargli spazio anche sulla pagina.
10. Nel romanzo ci sono tanti personaggi femminili interessanti. Dimmi quanto di te c’è in Jemma? E in Cécile? Ma soprattutto quando della ‘terribile’ suocera con il sangue blu? 😝
In me c’è più Cècile che Jemma, a dover essere sincera. Sono abbastanza “senza fronzoli” e se non voglio fare una cosa non la faccio e basta. Di Jemma ho la pazienza. Jemma è un personaggio perseverante, non si arrende, combatte e dimostra a tutti, a testa alta, di essere all’altezza delle prove alle quali è sottoposta e lo fa a modo suo. Delphina? 0%, per ora. Riparliamone tra una decina d’anni.
11. Penso che in molte si chiedano la stessa cosa. Quando leggeremo la storia tra Harring e Cécile?
Cara Eleonora, tu corri! Usi il “quando” e non il “se” (risata diabolica).
Sincera al 100%? Ti dico che ho lavorato ad altro. Con Newton avrò altri due romanzi in uscita (non ho ancora date), sempre rosa, sempre autoconclusivi, ma che non hanno niente a che vedere con Matrimonio di convenienza per il semplice motivo che non potevo immaginare che Cécile e Harring avrebbero riscosso tutto questo successo. Si è creata una fanbase e sono stata colta alla sprovvista. Ora, a forza di sentirmelo dire, qualche idea mi è arrivata e può darsi che, finito il progetto a cui sto lavorando ora (iniziato in concomitanza con la pubblicazione di Matrimonio di convenienza) che ci faccia un pensierino. Nulla è perduto. L’incertezza di lavorare sulla loro storia deriva principalmente dal fatto che già sapete come va a finire quindi il rischio è che ci sia poco thrill.
12. Raccontaci l’emozione di vedere il proprio libro pubblicato, toccarlo finalmente con mano.
Ah, l’emozione è che quando lo vedi in libreria ti domandi “Ma veramente l’ho scritto io?”. È una soddisfazione non da poco. Però mi rifiuto categoricamente di rileggerlo.  L’ho spulciato così tante volte durante l’editing che lo so a memoria! Magari tra qualche anno mi verrà voglia di aprirlo, ma per adesso sta bene là sullo scaffale.
13. Consigliaci un libro non tuo.
Uno? Solo? Non ci riesco. Ti dico la trilogia delle rose di Jennifer Donnelly: I giorni del tè e delle rose, Come una rosa d’inverno e La rosa selvatica. Tre ritratti di donne che si affacciano alla vita adulta a cavallo dell’Ottocento e Novecento. Emozionanti, commoventi e… lunghi. Però, nonostante siano “mattoni”, gli eventi non ti permettono di staccarti dalle pagine, devi sempre sapere cosa succede dopo e il libro finisce che neanche te ne sei accorta.
14.  Qual è il prossimo passo di Felicia Kingsley?
Chi si ferma è perduto! Come dicevo prima ho due progetti pronti e uno in cantiere, sempre rosa, ma che si staccano da Matrimonio di convenienza. Uno è incentrato sulle bugie e di come queste possono stravolgere la vita. L’altro ruota intorno al tema delle stronze, quelle amiche non tanto amiche che tutte abbiamo conosciuto. Ovviamente, in entrambi c’è l’amore, ma non ne parlo per non rovinare la sorpresa. Adesso sto lavorando alla rivisitazione di un classico.
15. Ora voglio farti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma che vorresti ti venisse fatta. Qual è? E qual è la risposta?
Quanto conta il sesso nei romanzi? Dipende dal romanzo, la Kinsella è capace di scrivere dei bellissimi rosa senza infilarci scene di sesso, ma dal caso delle Cinquanta sfumature…(2012) le lettrici hanno manifestato l’esigenza di vedere più approfondito questo aspetto. Magari non 400 pagine di amplessi dettagliati come in Cinquanta sfumature di grigio (lì siamo nel genere erotico), ma anche nei rosa classici, quando Lui e Lei cedono all’attrazione fisica, rimanere fuori dalla camera da letto non basta più. Qualcuna me lo ha fatto notare per Matrimonio di convenienza nel quale non sono entrata nelle specifiche dei rapporti tra Jemma e Ashford. L’ho fatto perché non volevo distrarre l’attenzione dalla storia, ma per i prossimi romanzi sto valutando se e come lavorare sull’amore fisico dei protagonisti (senza stravolgere il romanzo facendogli cambiare categoria e rating).

Voglio fare un ultimo augurio, spero davvero che la Newton creda in te e nei tuoi prossimi romanzi. ❤
Per quanto riguarda voi, miei cari lettori, alla prossima come sempre.
Vi abbraccio sempre…
Eleonora ❤

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xoxo, Eleonora